Veloce come il vento:
Nel film “Veloce come il vento” Stefano Accorsi si cimenta col difficile ruolo del mentore involontario, cercando di offrire una mano a una ragazza in difficoltà.
Veloce come il vento Trama
Loris De Martino, detto il Ballerino, era il campione di rally prima di sparire nel nulla, prima della droga, prima di gettarsi via. Quando viene a sapere della morte del padre decide di tornare a casa, dopo dieci anni, dove vive la sorella Giulia non ancora maggiorenne ed il fratellino Nico.
E qui scopre l’amara verità: la casa è ipotecata, se Giulia non vince il campionato, non avrà i soldi per riscattarla e perderà anche il fratellino che verrà dato in affido. Loris resta, non per fare l’eroe ma perché crede di poter approfittare della situazione, finché non si rende conto d’esser l’unico a poter allenare Giulia perché vinca. E nonostante ciò riesce a rovinare tutto per l’ennesima volta.
Per Loris è tutto finito, ma per Giulia e Nico?
Veloce come il Vento: La recensione
Certo che a vederlo conciato così non lo riconosceresti, Stefano Accorsi dico: capelli radi e lunghi, barbetta incolta, occhi e denti da tossico, con dieci chili di meno e un accento bresciano che mi ha fatto morir dal ridere.
Onestamente mi aspettavo un film sulle macchine, invece è stato diverso e decisamente molto al di sopra delle aspettative.
Simpatico, forte, adrenalinico…non il solito film loffio all’italiana che farebbe perdere la pazienza ad un santo. Del resto Accorsi ha ragione quando dice “Per fare un film di questo tipo devi cercare un cast, degli attori, di un certo tipo” e Rovere il cast lo ha azzeccato in pieno.
Girato a Matera
Mi ha colpito molto la scena della corsa per le strade di Matera, dove Accorsi ha ammesso d’aver ammaccato l’auto più preziosa del mondo, la seconda ed unica che sia stata in costruzione e sia ancora in circolazione (difatti il team di meccanici francesi che la custodiva gelosamente non l’ha presa molto bene).
omunque il film Veloce come il vento è tratto da una storia vera, quella del pilota Capone che dopo tanti successi ha diretto la sua corsa verso il declino ed ora si trova in una struttura psichiatrica.
Mi ha emozionato davvero tanto: ti sembra di essere in pista, vorresti abbracciare Giulia che ci mette tutta se stessa, senti tutta la potenza del rombo dell’auto e della musica di fondo.
Dai truccatori, agli sceneggiatori al cast non c’era nulla fuori posto, un lavoro perfetto coordinato in cui si sente la sintonia e la voglia di rendere una storia nell’interezza dei suoi aspetti, belli e brutti.
Ottima la macchina usata come metafora: Loris (Accorsi) vinceva tramite lei, la ritrova, la perde ancora, perde se stesso e poi la macchina torna da lui come a volerci dire “sali abbiamo ancora qualcosa in sospeso”.
Un film da non perdere.
Sopratutto, una pellicola che sfata determinati cliché sul cinema nostrano, troppo spesso bistrattato o esaltato in virtù della sua genesi e non sull’onesta base del valore del film. In questo caso, Stefano Accorsi e i suoi colleghi hanno saputo confezionare un prodotto ottimo, a prescindere dalle considerazioni sulla sua identità.
Il nostro voto: 8. Un film che non ti aspetteresti, in grado di regalare emozioni.
Veloce come il Vento Trailer:
Veloce come il Vento Streaming:
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