Ti sarà spesso capitato di leggere sui libri di storia i nomi di numerosi imperatori romani appena accennati e di cui non vengono date particolari informazioni, facendo sembrare la storia romana ridotta ai soli Cesare e Ottaviano Augusto; tra questi è presente anche l’imperatore Decio Traiano che ha governato per un brevissimo tempo ma ha provato a riportare lustro all’Impero in un periodo molto problematico per la potenza di Roma.
L’imperatore Decio: Una vita schierata in prima linea
Gaio Messio Quinto Decio proviene da una famiglia aristocratica senatoriale di provincia ma le fonti storiche riguardo la sua gioventù sono molto scarse. Sappiamo con molta probabilità che la sua carriera militare ebbe inizio durante gli anni 230 d.C. quando fu nominato governatore della Mesia Inferiore, una provincia romana che comprendeva gli odierni territori della Serbia e della Bulgaria.
Qui infatti, seguendo gli ordini dell’ imperatore Marco Filippo, Decio dovette prima affrontare le insistenti incursioni barbariche ad opera dei Goti, poi all’incirca nel 249 d.C. sopprimere una rivolta organizzata da Tiberio Pacaziano che intendeva marciare su Roma e strappargli la carica di imperatore.
Pacaziano fu eliminato dal suo stesso esercito che acclamò Decio imperatore al suo arrivo nella provincia, poiché lo consideravano più capace di Filippo. Decio, presa consapevolezza del titolo che gli viene conferito dai soldati e con all’appoggio del Senato ( che non gradiva il regnante in carica di origini straniere ), dichiarò guerra a Filippo l’Arabo presso Verona uscendone vittorioso e divenendo il nuovo imperatore. Nei successivi tre anni di governo, Decio Traiano dovette riorganizzare l’esercito romano e ripristinare le difese lungo il Danubio fino alla Tracia viste le incursioni dei Goti che si facevano sempre più frequenti. Si susseguirono diverse battaglie tra il 250 e il 251 d.C. che videro coinvolti in prima persona lo stesso l’Imperatore e suo figlio Erennio Etrusco contro Cniva, il capo dei Goti: all’inizio Decio riuscì a scacciare i barbari a Nicopoli in Bulgaria; questi ultimi però ricompattarono l’esercito e inflissero una pesantissima sconfitta all’esercito romano a Stara Zagora, costringendo l’Imperatore alla ritirata. Nel 251 d.C. i Goti, che avevano trascorso l’inverno in territorio romano, chiesero una tregua ma Decio Traiano, deciso a estirpare una volta per tutte la minaccia barbara, al contrario attaccò i nemici ad Abrittus, vicino Nicopoli, in modo da chiudere i conti una volta per tutte: qui, sfortunatamente, le legioni romane subirono l’ennesima sconfitta aggravata dall’uccisione dello stesso Decio e di suo figlio Erennio. Per la prima volta nella storia di Roma, un imperatore moriva in combattimento contro un nemico.
Pacaziano fu eliminato dal suo stesso esercito che acclamò Decio imperatore al suo arrivo nella provincia, poiché lo consideravano più capace di Filippo. Decio, presa consapevolezza del titolo che gli viene conferito dai soldati e con all’appoggio del Senato ( che non gradiva il regnante in carica di origini straniere ), dichiarò guerra a Filippo l’Arabo presso Verona uscendone vittorioso e divenendo il nuovo imperatore. Nei successivi tre anni di governo, Decio Traiano dovette riorganizzare l’esercito romano e ripristinare le difese lungo il Danubio fino alla Tracia viste le incursioni dei Goti che si facevano sempre più frequenti. Si susseguirono diverse battaglie tra il 250 e il 251 d.C. che videro coinvolti in prima persona lo stesso l’Imperatore e suo figlio Erennio Etrusco contro Cniva, il capo dei Goti: all’inizio Decio riuscì a scacciare i barbari a Nicopoli in Bulgaria; questi ultimi però ricompattarono l’esercito e inflissero una pesantissima sconfitta all’esercito romano a Stara Zagora, costringendo l’Imperatore alla ritirata. Nel 251 d.C. i Goti, che avevano trascorso l’inverno in territorio romano, chiesero una tregua ma Decio Traiano, deciso a estirpare una volta per tutte la minaccia barbara, al contrario attaccò i nemici ad Abrittus, vicino Nicopoli, in modo da chiudere i conti una volta per tutte: qui, sfortunatamente, le legioni romane subirono l’ennesima sconfitta aggravata dall’uccisione dello stesso Decio e di suo figlio Erennio. Per la prima volta nella storia di Roma, un imperatore moriva in combattimento contro un nemico.
L’imperatore Decio: Ritorno alla tradizione
Durante il suo breve governo, Decio tentò di ristabilire usi e tradizioni per poter riavvicinare il governo romano alla tarda Repubblica o al primo Impero: rivaluta le cariche pubbliche e ripristina la magistratura della censura. Assunse il nome di Traiano ( per ricordare l’imperatore considerato il migliore in ambito politico e militare ) e condusse personalmente le proprie battaglie; inoltre provò a dar vita ad una propria dinastia elevando sua moglie e i suoi due figli al rango di ”augusto”.
L’imperatore Decio: Persecutore di cristiani
Tra le riforme di Decio figurano anche quelle sul culto religioso: favorì la professione degli dei pagani romani obbligando a versare sacrifici in cambio di un certificato chiamato ”libellus”. Condannò la religione cristiana e molti furono i martiri sotto il suo governo: famoso è il caso di Sant’Agata, condannata dal proconsole Quinziano poiché rifiutò di essere introdotta agli ambienti dionisiaci per preservare la propria purezza.