In questa giornata cupa, una delle ultime prima della vera ondata di caldo, mi viene in mente Spirito di luce di Marion Zimmer Bradley. Libro affascinante e misterioso.
Un vecchio castello, una ragazza in cerca di una soluzione ad un mistero ed uno stravagante gruppo esoterico, un fantasma ed un thriller in sottofondo. Davvero particolare.
La narrazione è scorrevole, vi avvolge e procede spedita…il vecchio consueto stile di Marion Zimmer Bradley. Come di un buon vino si guarda l’annata anche qui vediamo a quando risale questo libro: 1995. Beh una delle annate migliori della narrazione per la Bradley.
Spirito di luce di Marion Zimmer Bradley: la trama
Ma bando alle ciance, la nostra protagonista è Verity Jourdemyne, la nostra guida in questo viaggio nel mondo del paranormale. Ma mica una qualsiasi, lei è la figlia di Thorne Blackburne; una via di mezzo fra un santone e un padre dell’occultismo che andava predicando di un’Età dell’Acquario ormai prossima, che andava celebrata e propiziata onde evitare catastrofi/fine del mondo/cavallette/ere glaciali.
Ora gli accoliti sono pronti, il rito sta per essere celebrato in un antico castello fra altari, costumi, incensi, canti, sembra essere assolutamente innocuo ma qualcosa va storto e la madre di Verity muore. In un angolo un pianto di una bambina.
Verity viene accolta in casa dalla zia, sorella della madre, dopo che anche il padre scompare misteriosamente. Verity cresce detestando il padre, di cui sa tutto (o crede di sapere tutto) e diventando un’esperta di parapsicologia.
Un giorno poi è costretta a tornare in quel luogo orribile, il castello, per indagare su alcuni misteriosi fatti accaduti durante quel rito. Scopre così che vi abita una nuova comunità con alcuni vecchi membri e con un leader molto affascinante e un po’ inquietante. Alcuni dei membri si ricordano molto bene di Verity tuttavia sembrano essere tormentati, terrorizzati da qualcosa per ciò evitano le sue domande e tentano di ostacolarla ma lei sembra godere della protezione speciale di Julian, il padrone di casa…
La storia continua…
Verity ottiene il permesso di studiare il rituale, L’Opera di Blackbourn, gli oggetti ed il castello, Shadow’s Gate, dove è costretta da una sfortunata serie di eventi a trasferirsi. Abitando con i nuovi membri è costretta a scontrarsi con la bella e maligna Fiona (che occupa il ruolo nel rito che era di sua madre) e che tenta in ogni modo di affascinare Julian (che ha il posto di Thorne nel rito), ritrova l’amicizia di una signora anziana Irene, che sembra tacerle molti segreti e poi c’è la nuova sensitiva Luce, una ragazza timidissima, fragile che sembra aver subito terribili violenze e che è sempre affiancata dall’angelico e carismatico Michael con un cognome molto bizzarro quanto significativo che non crede affatto nel rituale…
Verity si mescola in mezzo a loro e vivendo nei luoghi della sua infanzia comincia ad avere ricordi, visioni, comincia ad avere dei dubbi…perchè si sente tanto protettiva verso Luce?
Cos’hanno in comune lei e Julian?
Thorne è veramente morto?
Quant’è in pericolo Verity?
Se riuscirà a scoprire la verità su Julian, Shadow’s Gate, suo padre ed il rito sta a voi scoprirlo leggendo questo magnifico romanzo.
Vi ha colpito? Spero proprio di sì, se l’avete già letto fatemi sapere che ne pensate!
Qualche parola sull’autrice…
(fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Marion_Zimmer_Bradley)
Considerata da molti la “regina del fantasy”, Marion Eleanor Zimmer si sposò giovanissima nel 1949 con Robert Alden Bradley, ottenne la laurea in lettere nel 1964 presso la Hardin Simmons University in Texas per poi svolgere lavoro di ricerca presso l’Università di Berkeley, in California, dal 1965 al 1967, luogo a cui rimarrà sempre legata. Il 19 maggio 1964 divorziò da Robert Bradley, ma mantenne il cognome nel nome d’arte col quale aveva ormai iniziato a essere conosciuta nel mondo della fantascienza.
Negli anni cinquanta si era avvicinata al gruppo di cultura e di politica lesbica delle Daughters of Bilitis, scrivendo sulla loro rivista (talvolta con lo pseudonimo di Miriam Gardner) pubblicando per loro, in collaborazione con Barbara Grier, una bibliografia sul lesbismo in letteratura. Oltre a ciò scrisse diversi romanzi a tematica lesbica: molti di questi romanzi, non più ristampati, sono oggi diventati oggetti da collezione.
Ciononostante, il desiderio di figli che caratterizzò la sua intera vita (oltre alla prole naturale, la Bradley ebbe anche figli adottivi) la portò a sposarsi nuovamente, col numismatico Walter Breen, con cui ebbe due figli.
Si separarono nel 1979, ma divorziarono legalmente solo il 9 maggio 1990, e il matrimonio con Breen fu causa di gravissime amarezze negli ultimi anni di vita della scrittrice, che nel 1991 fu coinvolta nel processo in cui Breen fu condannato per avere avuto rapporti sessuali con un minorenne: la Bradley fu accusata di avere saputo (anche se non necessariamente approvandole) delle attività sessuali del marito. La denunzia fu ritirata solo grazie a un accomodamento finanziario con la vittima solo poco prima della morte della Bradley, nel 1999 (Breen, nel frattempo, era morto in prigione, nel 1993).
Nel 1999, all’età di 69 anni, a causa d’un attacco cardiaco Marion Zimmer Bradley si spense a Berkeley in California.
Opere famose di Marion Zimmer Bradley
Fra le opere segnaliamo:
Il Ciclo di Darkover: The Forbidden Circle
L’antologia Le più belle storie di Marion Zimmer Bradley (The Best of Marion Zimmer Bradley, 1985)
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