Autore: copyPay

  • The bye bye man: trama, recensione, trailer del film

    The bye bye man: trama, recensione, trailer del film

    The bye bye man? Un saluto senza alcun rimpianto.

    Ovviamente attirerà come il miele le mosche ma…è deludente. Ho visto il trailer in tv e già dal titolo ho pensato “siamo messi male”. The Bye bye man? E cosa sarebbe, un old boogeyman? Il nome mi lascia un po’ sconcertata, preferivo Babadook. Dunque il villain di turno ha un nome ed è il fulcro della storia perché racchiude una maledizione.

    The bye bye man: trama

    Elliott, la fidanzata Sasha e l’amico John affittano una villetta fuori città. Non vedono l’ora d’iniziare questa nuova vita da soli, peccato che la casa sia un po’ cadente e senza mobilio. Salvo un mobiletto.

    Iniziano a succedere cose strane per cui una sera invitano un’amica sensitiva, Kim, a fare una seduta. Durante la seduta Elliot pronuncia un nome strano, lo ha trovato scritto sul fondo del cassetto del mobiletto (dove c’era anche scritto un ossessivo messaggio “non dirlo, non pensarlo”) insieme a misteriose monete che scompaiono e riappaiono.

    Nessuno sembra averci capito nulla ma i ragazzi iniziano ad esser preda di deliri ed allucinazione ed il responsabile è un uomo incappucciato con un mastino a seguito.

    Elliot nella nebbia della follia cerca d’indagare e scopre che già un uomo nel 1969 fece una strage e si suicidò sempre per questa storia del nome…

    The bye bye man: recensione

    The bye bye man- recensione

    Da dove cominciamo? Lo script è forse la parte più scontata: ragazzi soli, casa fatiscente, fenomeni strani. Seduta spiritica. Uomo nero. Si scrive da solo in pratica, basta aggiungere allucinazioni, ansie e pensieri ossessivi et voilà.

    Ma il villain lascia davvero stupefatti: dov’è per tutto il film? Salvo comparire un paio di volte a casaccio, per il resto sembra farsi i fatti suoi (e nonostante tutto uccide un sacco di gente, con il passaparola).

    Ok alzi la mano chi non sta pensando a The ring? Guardo la videocassetta, la do a te, si muore. Idem. Io dico il nome a te, tu lo dici ad un altro si muore.

    Dunque lo scopo qual è? Uccidersi e uccidere prima che il nome venga rivelato ad altri per fermare la strage. Ci avete capito qualcosa?

    E’ un horror confusionario, non colpisce nemmeno il subconscio, difficile da seguire e pure noioso a conti fatti.

    Personaggi piatti, senza arte né parte, specie la ragazza. L’uomo nero non lo contiamo proprio.

    Le incongruenze fioccano per tutto il film ma non è tutto, ovviamente pare sia basato su una storia vera. Ti pareva.

    Bocciato, horror di pessima qualità.

    TRAILER – THE BYE BYE MAN

     

    QUALCHE NUMERO SUL FILM

     

    Il film, diretto da Stacy Title, è stato distribuito nelle sale nel Gennaio 2017, dopo qualche peripezia che ha visto la data essere anticipata e slittare diverse volte.

    La pellicola è basata sul capitolo The Bridge to Body Island del romanzo The President’s Vampire di Robert Damon Schneck, che ha dichiarato come l’idea sia stata tratta da un fatto realmente accaduto al suo amico Eli, uno studente del Wisconsin che viveva con la sua fidanzata Katherine e un amico di nome Jonathan. Per il film, il nome di Katherine è stato cambiato in Sasha.

    Nonostante la qualità del film sia (a nostro avviso) molto bassa, The Bye Bye Man ha incassato 22,4 milioni di dollari negli Stati Uniti e nel Canada e 4,3 milioni di dollari in altri territori, per un totale mondiale di 26,7 milioni di dollari, a fronte di un budget di produzione di 7,4 milioni di dollari.

    Un risultato comunque confortante, già anticipato dal suo primo weekend dove riuscì a superare la sua previsione d’incasso di 10 milioni di dollari, attestandosi sui 13,2 milioni su 2.220 sale nell’America del Nord e piazzandosi al quarto posto al botteghino.

    Dati sicuramente di buon rilievo, che confermano come la vena horror abbia sempre un suo seguito fra gli appassionati di cinema; immaginiamo a questo punto quanto avrebbe incassato senza le varie ricerche su “the bye bye man streaming”…

    A noi, in ogni caso, non mancherà di certo.

    Bye bye, man.

     

  • Carnevale a Napoli: storia e dintorni

    Carnevale a Napoli: storia e dintorni

    La festa di Carnevale a Napoli

    Usi e costumi di una delle feste più belle e sentite del sud Italia: il Carnevale a Napoli fra tradizione, arte e gastronomia

    Carnevale Partenopeo, storia e dintorni - CopyBlogger

    Napoli il giorno di Sant’Antuono rappresentava l’ingresso nel periodo di carnevale: proprio in coincidenza di questo periodo vi era l’uso di dar fuoco alla roba vecchia.

    Il Carnevale di Napoli nell’arte e nella cultura

    Tante sono le opere d’arte che ritraggono il carnevale partenopeo una di queste è l’opera di Giovanni Battista del Tufo, “Il Ritratto o modello delle grandezze, delizie e meraviglie della nobilissima città di Napoli“.

    Attraverso questa opera viene raccontata la tradizione dell’epoca: il travestirsi era una festa dedicata esclusivamente alla classe nobile di cavalieri, dame, duchesse e l’alta aristocrazia napoletana. Questi partecipavano a tornei, balli, caccia al toro e a ricevimenti sfarzosi presso la Corte Aragonese.

    Carnevale Partenopeo, storia e dintorni - CopyBlogger

    Intorno al 1600 qualcosa cambiò, poiché la tradizione dei vestiti di Carnevale a Napoli aveva affascinato anche la classe medio-borghese e la plebe: pescatori, macellai, pescivendoli e contadini organizzano il cosiddetto Carnevale del popolo.

    Il Carnevale più glorioso si ebbe nel periodo dei Borboni: sfilate, mascherate, carri allegorici sfarzosi invasero tutta Napoli. Soprattutto i carri erano arricchiti con vivande, cibo, salumi e venivano saccheggiati dal popolo napoletano affamato.

    Il Re Carlo di Borbone

    I saccheggi diventarono routine tanto da iniziare a provocare danni ed incidenti anche gravi; nel 1746 il Re Carlo di Borbone istituì che i carri non dovevano più percorrere le strade cittadine bensì dovevano essere allestiti nel largo di Palazzo e dovevano essere sorvegliati da truppe armate.

    Carnevale Partenopeo, storia e dintorni - CopyBlogger

    Durante i secoli XVII e XVIII i carri vennero sostituiti dal cosiddetto “albero della Cuccagna” o “palo di sapone”: questo era reso scivoloso dal sapone e il popolo aveva maggiori difficoltà ad arrampicarsi. Proprio da questo deriva l’espressione “cuccagna” che significava come “paese delle meraviglie, dei piacere e delle delizie”. A Napoli sorse quindi l’usanza, da parte del popolo, di “abbuffarsi” prima del digiuno quaresimale.

    Come non abbuffarsi d’altronde?

    I dolci di carnevale a napoli più conosciuti sono le chiacchiere e il sanguinaccio. Le chiacchiere sono dei dolci molto famosi in tutta Italia, chiamate con nomi differenti a seconda della zona. Nella versione napoletana, esse sono sottili strisce di pasta fritta ricoperte da zucchero a velo. Il sanguinaccio è invece una crema di cioccolato fondente che, in antichità, veniva preparato aggiungendo anche sangue di maiale. Ma state tranquilli, oggi questa tradizione è caduta in disuso, ed il sanguinaccio è composto al 100% di cioccolato!

    Quante sono le maschere popolari del Carnevale napoletano? Molte sono ormai dimenticate, ma un tempo queste animavano Napoli, tanto da essere divenute strettamente connesse alla città nella Commedia dell’Arte.

    Le Maschere

    Pulcinella è certamente la maschera napoletana più famosa, quella che meglio incarna l’essenza della città e dello spirito popolare; i suoi malesseri, la sua euforia, l’ingordigia, la miseria, l’ingenuità. Uno stereotipo popolare che è divenuto famoso in tutto il mondo, in cui la maschera è divenuta il simbolo dello uno scanzafatica e mangiamaccheroni e resa celebre dagli attori del calibro di Silvio Fiorillo e Antonio Petito, ispirati alle vicende quotidiane del contadino-attore Puccio d’Aniello, da cui PulecenellaPulcinella.

    Altre maschere celebri sono:

    lo «Spagnolo», che alcuni supponevano che fosse l’antagonista di Pulcinella, ovvero il Capitano spagnolo. L’appariscente maschera con spada, mantella, cappello piumato e merletti è facilmente riconoscibile e si avvicina molto allo stereotipo delle maschere della Commedia d’arte.

    il «Medico» o del «Ciarlatano del Molo» , personaggio pomposo e bislacco. Il Dottore se ne andava in giro sempre con la sua cassetta, colma degli strumenti del mestiere che utilizzava sia durante le rappresentazioni teatrali che per le dimostrazioni popolari. Simile era la maschera del «Cacciamole» o del «Cavadenti», sempre pronto ad operare, cavando i denti con una grossa tenaglia o per sbaglio, asportare tutta la mascella del povero malcapitato.

    Personaggi di spicco


    «Pasqualotto» o Pascalotto invece era una maschera ottocentesca presente tutto l’anno e non si accompagnava mai a nessun’altra maschera. La sua caratteristica principale era l’agilità ginnica con cui si divertiva a lanciare il suo lungo bastone in aria e riprenderlo (tipo majorette) oltre alla sua ambiguità sessuale: era l’ermafrodito per eccellenza.

    Nel XVIII secolo era presente la maschera di «Don Nicola» identificazione del classico avvocato napoletano, inscenato sempre da popolani o attori improvvisati. Un lontano parente di Don Nicola è la «Paglietta Calabrese» la parodia dell’uomo di legge alquanto imbranato. 

    Ancora più napoletana è la maschera di «Giangurgolo» che appare già nel 1618 personaggio della Commedia dell’Arte, che si distingue per il suo gusto delle oscenità.
    Il suo nome è composto da Gian-Gianni e da gurgolo-gorgo un chiaro rimando alla voracità e alla fame da donnaiolo.

    Ai giorni d’oggi il Carnevale tradizionale, appena descritto, rimane solo una bella storia da raccontare ai nipoti, ma voi potete sempre visitare il suo bellissimo erede: ecco dove trovare quante più informazioni possibili.

    Carnevale a Napoli 2019

    Sito del comune

  • La Foresta Proibita : Harry Potter. Anche un babbano può visitarla

    La Foresta Proibita : Harry Potter. Anche un babbano può visitarla

    Harry Potter: la Foresta Proibita è pronta a incantarvi

    Se da quando avete 11 anni aspettate la lettera di Hogwarts e cercate di afferrare il telecomando esclamando “Accio!”, non potete perdervi l’attrazione dedicata al mondo di Harry Potter: la Foresta Proibita!

    I Warner Bros. Studio Tour London – The Making of Harry Potter hanno dedicato un intero set alla Foresta Proibita, aperto al pubblico nel 2017.

    All’ingresso verrete così accolti da Hagrid, che scorterà i visitatori, lanterna in mano, fra gli alberi della Foresta Proibita in cui si nascondono le misteriose creature. Radici intricate, suoni notturni e il brivido di percorrere un luogo così straordinario in cui Harry, Ron ed Hermione si sono avventurati (con o senza permesso).

    Siete pronti a fare la conoscenza di Fierobecco, riprodotto con un modello in scala 1:1?

    Cosa fare per visitare Harry Potter and the Forbidden Forest?

    Il vostro ingresso alla Foresta Proibita sarà incluso nel biglietto degli studios, prenotabile sul sito www.wbstudiotour.co.uk/.

    Per quanto riguarda i Warner Bros. Studio Tour London, ecco qualche altra informazione:

    Prezzi:

    Biglietto bambiniFrom £90.00 per biglietto
    Biglietto adultiFrom £95.00 per biglietto

    Ricordatevi sempre che i biglietti vanno acquistati in anticipo e che non è possibile acquistarli sul luogo. Inoltre, i biglietti saranno provvisti di orari specifici per cui è necessario arrivare in orario per il proprio tour. Gli orari di apertura prevedono un primo tour dalle 10 sino alle 16, o al massimo sino alle 18.30 (in base al periodo dell’anno, alle vacanze scolastiche, ai weekend etc.) Se viaggiate dalla stazione centrale di Londra, assicuratevi di consultare visitlondon.com ; sono presenti promozioni. Tutte queste informazioni e contenuti sono stati tratti dal sito della Warner Bros. Studio Tour

    Ma assicuratevi di non essere visti dai Professori! Per chi non fosse ferrato sull’argomento ricordiamo che la Foresta Proibita è inaccessibile per tutti gli studenti di Hogwarts.

    LA FORESTA PROIBITA NEL MONDO DI HARRY POTTER 

    All’interno vi abitano: le acromantule il cui capo è Aragog, i Centauri, Ippogrifi, unicorni e Thestral. Una visita non per i deboli di cuore, insomma; ma grazie ai Warner Bros. Studio Tour London – The Making of Harry Potter adesso anche i Babbani potranno finalmente visitare quest’attrazione proibita!

    Hagrid ed il fratello di Hagrid

    Vi si sono trovati anche Fuffi, il cane a tre testa di Hagrid che verrà liberato nella foresta alla fine dell’anno scolastico 1991-1992, ed il fratello di Hagrid, Grop gigante non proprio aggraziato con un debole per Hermione. 

    Attenti ad Hagrid

    Proprio vicino alla Foresta Proibita si trova la capanna di Hagrid, pronto a scortarvi anche negli studios, forse l’unico in grado di destreggiarsi dentro il suo intricato labirinto di rami e avere a che fare con le sue creature.

    Nella sua versione letteraria, la Foresta Proibita è un luogo suggestivo, ma anche oscuro e tenebroso; non ha un’estensione precisa ma è in grado di ospitare non solo ecosistemi complessi come villaggi di centauri o colonie di aracnomantule, ma anche creature ben più grandi e minacciose come draghi o giganti! Infatti, è nella foresta che vengono tenuti i draghi prima del torneo tremaghi, oppure è sempre lì che Hagrid nasconde Grop, il suo gigantesco fratello.

    Pur essendo un luogo notoriamente pericoloso (e pertanto, appunto, proibito agli studenti e a coloro che non possono confrontarvisi con facilità) la foresta è popolata anche da esseri benefici, quali gli unicorni. Queste splendide creature, che figurano anche nella riproduzione dei Warner Bros. Studio Tour London, sono considerate emblemi di purezza e rettitudine e ucciderne un’esemplare è considerato un gesto privo di scrupoli, che condannerà parte dell’anima dell’assassino per sempre! Voldermort, durante il primo dei libri di Harry Potter, induce Raptor a ucciderne un esemplare per nutrirsi del suo sangue e poter rigenerare così le sue forze: non ci saranno aspettati niente di meno dal signore del male della saga!

    Consultando invece “Harry Potter e la Maledizione dell’Erede” scopriamo che, dopo la Battaglia svoltasi a Hogwarts nel 1998 la Foresta è, completamente, territorio dei Centauri. 



    La fonte di tutte le informazioni sul mondo di Harry Potter è la Wiki a lui dedicata, che potete consultare qui: http://www.potterpedia.it/?v=Foresta_Proibita#ixzz5xw5bmlyH 

    La foresta proibita appare citata ben 45 volte nei libri di Harry Potter, ecco dove potete trovarla:

    Apparizioni

    Siete pronti a ripercorrere le gesta di Harry, Ron ed Hermione? Siete pronti a visitare la Foresta Proibita? Allora non abbiate paura: impugnate la vostra bacchetta e fatevi guidare nel magico tour della Foresta Proibita presso Warner Bros. Studio Tour London!

  • Marion Zimmer Bradley, Spirito di Luce: la recensione

    Marion Zimmer Bradley, Spirito di Luce: la recensione

    Spirito di luce di Marion Zimmer Bradley - CopyBlogger

    In questa giornata cupa, una delle ultime prima della vera ondata di caldo, mi viene in mente Spirito di luce di Marion Zimmer Bradley. Libro affascinante e misterioso.

    Un vecchio castello, una ragazza in cerca di una soluzione ad un mistero ed uno stravagante gruppo esoterico, un fantasma ed un thriller in sottofondo. Davvero particolare.

    La narrazione è scorrevole, vi avvolge e procede spedita…il vecchio consueto stile di Marion Zimmer Bradley. Come di un buon vino si guarda l’annata anche qui vediamo a quando risale questo libro: 1995. Beh una delle annate migliori della narrazione per la Bradley.

    Spirito di luce di Marion Zimmer Bradley: la trama

    Ma bando alle ciance, la nostra protagonista è Verity Jourdemyne, la nostra guida in questo viaggio nel mondo del paranormale. Ma mica una qualsiasi, lei è la figlia di Thorne Blackburne; una via di mezzo fra un santone e un padre dell’occultismo che andava predicando di un’Età dell’Acquario ormai prossima, che andava celebrata e propiziata onde evitare catastrofi/fine del mondo/cavallette/ere glaciali.

    Ora gli accoliti sono pronti, il rito sta per essere celebrato in un antico castello fra altari, costumi, incensi, canti, sembra essere assolutamente innocuo ma qualcosa va storto e la madre di Verity muore. In un angolo un pianto di una bambina.

    Verity viene accolta in casa dalla zia, sorella della madre, dopo che anche il padre scompare misteriosamente. Verity cresce detestando il padre, di cui sa tutto (o crede di sapere tutto) e diventando un’esperta di parapsicologia.

    Un giorno poi è costretta a tornare in quel luogo orribile, il castello, per indagare su alcuni misteriosi fatti accaduti durante quel rito. Scopre così che vi abita una nuova comunità con alcuni vecchi membri e con un leader molto affascinante e un po’ inquietante. Alcuni dei membri si ricordano molto bene di Verity tuttavia sembrano essere tormentati, terrorizzati da qualcosa per ciò evitano le sue domande e tentano di ostacolarla ma lei sembra godere della protezione speciale di Julian, il padrone di casa…

    La storia continua…

    Spirito di luce di Marion Zimmer Bradley - CopyBlogger

    Verity ottiene il permesso di studiare il rituale, L’Opera di Blackbourn, gli oggetti ed il castello, Shadow’s Gate, dove è costretta da una sfortunata serie di eventi a trasferirsi. Abitando con i nuovi membri è costretta a scontrarsi con la bella e maligna Fiona (che occupa il ruolo nel rito che era di sua madre) e che tenta in ogni modo di affascinare Julian (che ha il posto di Thorne nel rito), ritrova l’amicizia di una signora anziana Irene, che sembra tacerle molti segreti e poi c’è la nuova sensitiva Luce, una ragazza timidissima, fragile che sembra aver subito terribili violenze e che è sempre affiancata dall’angelico e carismatico Michael con un cognome molto bizzarro quanto significativo che non crede affatto nel rituale…

    Verity si mescola in mezzo a loro e vivendo nei luoghi della sua infanzia comincia ad avere ricordi, visioni, comincia ad avere dei dubbi…perchè si sente tanto protettiva verso Luce?

    Cos’hanno in comune lei e Julian?

    Thorne è veramente morto?

    Quant’è in pericolo Verity?

    Se riuscirà a scoprire la verità su Julian, Shadow’s Gate, suo padre ed il rito sta a voi scoprirlo leggendo questo magnifico romanzo.

    Vi ha colpito? Spero proprio di sì, se l’avete già letto fatemi sapere che ne pensate!

    Qualche parola sull’autrice…

    (fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Marion_Zimmer_Bradley)

     

    Considerata da molti la “regina del fantasy”, Marion Eleanor Zimmer si sposò giovanissima nel 1949 con Robert Alden Bradley, ottenne la laurea in lettere nel 1964 presso la Hardin Simmons University in Texas per poi svolgere lavoro di ricerca presso l’Università di Berkeley, in California, dal 1965 al 1967, luogo a cui rimarrà sempre legata. Il 19 maggio 1964 divorziò da Robert Bradley, ma mantenne il cognome nel nome d’arte col quale aveva ormai iniziato a essere conosciuta nel mondo della fantascienza.
    Negli anni cinquanta si era avvicinata al gruppo di cultura e di politica lesbica delle Daughters of Bilitis, scrivendo sulla loro rivista (talvolta con lo pseudonimo di Miriam Gardner) pubblicando per loro, in collaborazione con Barbara Grier, una bibliografia sul lesbismo in letteratura. Oltre a ciò scrisse diversi romanzi a tematica lesbica: molti di questi romanzi, non più ristampati, sono oggi diventati oggetti da collezione.

    Ciononostante, il desiderio di figli che caratterizzò la sua intera vita (oltre alla prole naturale, la Bradley ebbe anche figli adottivi) la portò a sposarsi nuovamente, col numismatico Walter Breen, con cui ebbe due figli.

    Si separarono nel 1979, ma divorziarono legalmente solo il 9 maggio 1990, e il matrimonio con Breen fu causa di gravissime amarezze negli ultimi anni di vita della scrittrice, che nel 1991 fu coinvolta nel processo in cui Breen fu condannato per avere avuto rapporti sessuali con un minorenne: la Bradley fu accusata di avere saputo (anche se non necessariamente approvandole) delle attività sessuali del marito. La denunzia fu ritirata solo grazie a un accomodamento finanziario con la vittima solo poco prima della morte della Bradley, nel 1999 (Breen, nel frattempo, era morto in prigione, nel 1993).

    Nel 1999, all’età di 69 anni, a causa d’un attacco cardiaco Marion Zimmer Bradley si spense a Berkeley in California.

    Opere famose di Marion Zimmer Bradley

    Fra le opere segnaliamo:

    Il Ciclo di Darkover: The Forbidden Circle

    Il ciclo di Avalon

    L’antologia Le più belle storie di Marion Zimmer Bradley (The Best of Marion Zimmer Bradley, 1985)

  • Castellaneta Marina: uno scrigno di bellezze pronto a sorprendervi

    Castellaneta Marina: uno scrigno di bellezze pronto a sorprendervi

    Castellaneta Marina, una perla in provincia di Taranto - CopyBlogger

    Taranto ospita, fra le sue pieghe, dei risvolti veramente affascinanti che il turismo sta riscoprendo con grande interesse. Uno di essi è il paese di Castellaneta Marina, frazione del comune di Castellaneta.

    Castellaneta Marina si trova a circa 18 km dal paese di Castellaneta, ed è disteso lungo il litorale del Mar Ionio, inclusa in toto nel Parco naturale che prende il nome di Bosco Pineto. Quest’area ricca di natura lussureggiante si estende a sua volta per nove km sulla costa del mare, oltre che ad estendersi verso l’interno.

    Il contesto naturale, ma anche storico nel quale Castellaneta Marina è immerso lo rende la meta ideale per chi sia alla ricerca di una vacanza in un luogo molto tranquillo e riservato, circondato da una natura libera e meravigliosa. Sulla cosiddetta Riva dei Tessali si trovano la maggioranza degli edifici turistici e delle ville che abbelliscono la frazione.

    Castellaneta Marina è un territorio molto giovane: sorge agli inizi degli anni sessanta, in conseguenza di un’opera di intensa bonifica del territorio un tempo paludoso, che ha riqualificato la zona rendendola abitabile. Nello stesso tempo venne attivato un programma di urbanizzazione volto a sottolineare la bellezza del territorio ed a richiamare il turismo.

    Oggi come oggi Castellaneta Marina è un’ottima alternativa ad altre mete balneari, perché offre un paesaggio naturale vario e lussureggiante, oltre che siti interessanti come le dune fossili, tutt’ora studiate a livello scientifico.

    Meteo Castellaneta Marina:

    Anche a livello climatico, Castellaneta Marina si conferma una meta ideale per le vostre vacanze. Nella media stagionale estiva, la massima si aggira intorno ai 33 gradi verso le 13. La vicinanza del mare mitiga poi le asperità dell’estate, rendendo la vostra permanenza mite e piacevole.

    Castellaneta Marina: un trionfo della natura in riva al mare

    paesaggi di Castellaneta Marina sono unici in tutta la Puglia.

    Castellaneta Marina, una perla in provincia di Taranto - CopyBlogger

    Il contesto del Parco Naturale delle Gravine, nel quale è immersa assieme alla cittadina di Castellaneta, è un trionfo di colori e di piante che si stagliano contro l’azzurro intenso del mare.

    Lungo quello che viene chiamato Arco Ionico si adagiano le villette di Castellaneta Marina, che a tratti spariscono nella vegetazione folta.

    La bellezza della natura fa da contorno ad un contesto assai antico, quello della cittadina di Castellaneta, che si trova poco distante. Ma è Castellaneta Marina, la frazione marittima di questo grazioso borgo pugliese, ad attirare tutti coloro che siano alla ricerca di sole, mare e tanta natura.
    Castellaneta Marina è provvista di numerosi lidi balneari dove poter godere della mitezza e bellezza del Mar Ionio. Circondata dalle campagne, è immersa in un contesto di tranquillità e di riservatezza unici.

    La costa di questa frazione di paese, da rocciosa degrada sempre più dolcemente fino a diventare spiaggia nel mare: a poca distanza dal lido il Bosco Pineta offre un riparo ombroso e fresco contro l’arsura estiva.

    Il periodo migliore per visitare Castellaneta Marina è senza dubbio quello estivo, grazie alle temperature sempre molto miti ed al clima mediterraneo che contraddistingue la regione.
    In luglio ed agosto la temperatura sale sui 30°C, ma la presenza di una brezza soffusa e della pineta che circonda, come in un abbraccio, la costa ionica, rendono la calura molto più sopportabile.

    Ad attirare i turisti non vi sono solamente le coste selvagge e il mare cristallino, ma anche le dune fossili, fenomeni naturali molto antichi tutt’oggi osservabili ed oggetto di studio da parte dei ricercatori della zona.

    Feste, tradizioni e un’eccellente gastronomia

    A rendere ancora più godibile un soggiorno a Castellaneta Marina c’è il folclore del territorio pugliese, che è comune a molti paesi del territorio. Sono numerose le festività che animano Castellaneta e anche la sua frazione marittima, come ad esempio quella di San Francesco a maggio, oppure la famosa “Sagra de far’nèdd”, una delle più famose feste pugliesi d’Italia durante la quale avrete la possibilità di gustare i sapori del territorio.

    La gastronomia pugliese è rinomata per essere molto ricca e gustosa, e Castellaneta Marina non fa certo eccezione: piatti tradizionali come le friselle, le focacce condite con lo squisito olio extra vergine d’oliva prodotto localmente, le orecchiette e le altre pastasciutte ed i deliziosi dolcetti pugliesi conquistano ogni anno centinaia di turisti. Altri piatti particolarmente rinomati in Puglia e nel paese sono quelli a base di pesce, data la vicinanza al mare.

    Castellaneta Marina è uno dei luoghi migliori per assaporare la più genuina tradizione pugliese.

    Qualche consiglio su dove alloggiare:

    Hotel Marina:

    https://www.tichos-hotel.it/

    BeB Marina:

    https://www.facebook.com/adastraresidence/

    https://www.lidoestea.com/

    Villaggi:

    https://villaggiocatalano.it/
  • Tre uomini in barca di Jerome K. ; la recensione del libro

    Tre uomini in barca di Jerome K. ; la recensione del libro

    Romanzo umoristico e avventuroso

    Qualche informazione prima di lasciare spazio alla recensione: Tre uomini in barca è un romanzo umoristico avventuroso di Jerome K. Jerome. In realtà, il titolo completo dei libri è Tre uomini in barca (per non parlar del cane) , per distinguerli anche dal film Tre uomini in barca.

    Il titolo originale è Three Men in a Boat, mentre l’editore è J. W. Arrowsmith. La prima edizione è stata pubblicata nel 1889 e ha avuto un seguito, Tre uomini a zonzo.

    Stando inoltre alle statistiche degli Utenti Google, questo libro ha ottenuto un ottimo risultato di 82% di voti positivi. Ma se non vi fidate, vi lasciamo alle parole della recensione di Penna Acida.

    Il Libro : Tre uomini in barca

    Recensione Libro: “ Tre uomini in barca ” – di Jerome K. Jerome - CopyBlogger

    Tre uomini in barca recensione

    Non credo di essermi mai divertito tanto leggendo un libro, se non con i romanzi del compianto Terry Pratchett.

    Ho sfogliato le poco più di duecento pagine di questo romanzo con un sorriso costantemente stampato sul viso.

    I protagonisti sono tre uomini (per non parlare del cane, citando l’autore) che decidono di trascorrere un paio di settimane in barca sul Tamigi, allontanandosi dalla modernità per riprendere contatto con la natura.

    Scopriranno ben presto che, da uomini moderni, non sono in grado di cavarsela facilmente in quella natura tanto agognata, trovandosi coinvolti in rocambolesche avventure.

    Non vi aspettate, tuttavia, alcun colpo di scena o la descrizione di chissà quali mirabolanti avvenimenti.

    Questo è un romanzo costruito come un collage di piccole scenette, arricchito dai ricordi dei protagonisti e da situazioni ai limiti del non senso.

    Il tutto viene descritto con un’ironia fine, leggera, mai sopra le righe e del tutto priva di qualsiasi volgarità, della quale si sente tanto la mancanza leggendo molti dei libri degli odierni comici.

    Splendide descrizioni paesaggistiche e inframmezzi poetici arricchiscono questa grandiosa opera, che appare valida non solo dal punto di vista umoristico, ma anche da quello squisitamente letterario.

    Riassumendo:

    E’ un romanzo che, pubblicato per la prima volta nel 1889, supera alla grande la prova del tempo, collocandosi di diritto fra i grandi capolavori della letteratura.

    Voto – 10 con lode

    Recensione Libro: “ Tre uomini in barca ” – di Jerome K. Jerome - CopyBlogger

    Trama Libro: “ Tre uomini in barca ” – di Jerome K. Jerome

    Risalendo la corrente del fiume Tamigi i tre amici Jerome (“J.” voce narrante), Harris (l’uomo più prosaico della terra) e George (che «va a dormire in una banca tutti i giorni dalle 10 alle 16, tranne il sabato quando lo cacciano fuori alle 14»), assieme al fedele cane Montmorency, viaggiano per giorni sulla loro imbarcazione, sfilando lungo le campagne inglesi e vivono sempre nuove ed inattese avventure che strappano risate di continuo. Il viaggio è costellato da una serie di gag comiche sulle gioie e sui dolori della vita in barca (quali le peripezie sul trasporto delle vivande, la costruzione della tenda sulla barca, i pericoli di cadute in acqua), unite a divertenti divagazioni che costituiscono storie a sé stanti, nel miglior stile dello humour inglese: celeberrimo è il racconto dello zio Podger alle prese con un quadro da appendere. Il tutto condito da descrizioni realistiche delle regioni attraversate dalla simpatica brigata e brevi notazioni di filosofia per non addetti ai lavori.

    Fonte Wikipedia

    Dove comprare il libro?

    Il nostro suggerimento è sempre quello di partire da Amazon:

    Tre uomini in barca pdf 

    Se vi interessa, è presente anche in google libri in anteprima pdf gratis

    Tre uomini in barca film

    In realtà, come riporta Wikipedia, abbiamo anche una versione cinematografica di Tre uomini in barca, piuttosto anzianotta: 

    (da Wikipedia)

    Three Men in a Boat è un film britannico del 1956, diretto da Ken Annakin. Tratto dal romanzo anonimo di Jerome Klapka Jerome, il film vede nel cast Laurence Harvey, James Edwards, David Tomlinson, Jill Ireland, Lisa Gastoni.

    La trama del film: Londra, ultimi anni del XIX secolo. George, Harris e Jerome, tre amici di età adulta, scapoli e ipocondriaci, decidono che l’unico modo per rilassarsi è fare un viaggio in barca sul Tamigi. I tre iniziano a risalire il fiume. Per loro, abituati alla sicura monotonia dei lavori d’ufficio che svolgono ogni giorno, sarà un ritorno all’infanzia, e uno di loro addirittura si innamorerà ricambiato.

  • Il successo delle Affissioni Pubblicitarie

    Il successo delle Affissioni Pubblicitarie

    Pubblicità = successo

    Chi intraprende un’attività commerciale deve considerare essenziale il fatto di farsi conoscere con le Affissioni Pubblicitarie. I più famosi Brand nazionali ed internazionali prima di essere tali, hanno dovuto pianificare delle operazioni di marketing e pubblicitarie atte a far conoscere i loro prodotti con lo scopo di entrare prepotentemente all’interno dell’offerta commerciale.
    Appare evidente il fatto che, l’investimento pubblicitario sia un momento focale per determinare il successo di un marchio, un prodotto, un’attività.
    Indispensabile è rivolgersi a quelle realtà che hanno fatto di questo settore, la propria professione. Quindi, contattare un’agenzia di marketing e pubblicitaria è la prima azione da intraprendere per tutti coloro che hanno un’attività commerciale che vogliono far conoscere ad una potenziale clientela.
    La pubblicità, quando non estemporanea e disordinata, è sinonimo di successo e deve essere considerata come passaggio obbligato per evidenziare la propria attività o i propri prodotti.

    Campagne pubblicitarie indispensabili

    cartelloni pubblicitari

    Per una realtà commerciale ubicata nel vostro territorio, risulta logico rivolgere la propria attenzione verso di una clientela potenziale appartenente al proprio territorio. Innanzi tutto,
    tra le varie dinamiche di campagne pubblicitarie, una che può essere considerata come tra quelle più impattanti c’è quella delle affissioni pubblicitarie.
    Da sempre si sa che il messaggio promozionale qualora visivo, è considerato tra i più positivi proprio perché l’immagine è qualcosa che rimane nella memoria di coloro che lo guardano.
    I cartelloni pubblicitari si offrono proprio per il raggiungimento di questo scopo: rimanere nella mente delle persone che, guardandoli, imprimono il messaggio proposto attraverso quella forma di comunicazione.
    Certamente i contenuti visivi e testuali devono essere in grado di comunicare esattamente il messaggio che si vuole trasmettere ma oltre a questo fondamentale fattore, ci deve essere anche una ragionata politica di affissione pubblicitaria che veda implicate solo le location strategiche che sono presenti.
    L’affluenza di persone che si spostano in città è davvero impressionante e questo traffico significa, potenziali clienti ai quali inviare il proprio messaggio promozionale, sia che si tratti di un prodotto da vendere che da un evento da promuovere.

    Affidarsi ad un professionista per una Campagna di affissioni Pubblicitarie

    cartelloni

    Per organizzare una campagna di affissioni pubblicitarie è indispensabile affidarsi ad un’agenzia pubblicitaria come Payback Adv per essere certi di ottenere un risultato garantito.
    Infatti, solo dei professionisti preparati conoscono quale sono le migliori strategie per assicurare il massimo della visibilità possibile.
    Tutto inizia con la creatività: l’idea su come basare il messaggio sia nel contenuto che nella grafica affinché catturi facilmente l’attenzione della gente.
    Una volta centrata quella che sarà l’immagine da proporre a potenziali clienti, deve essere studiata la vera campagna di affissione che può prevedere manifesti che partono dal tradizionale 140×200 centimetri fino a giungere al formato 6×3 metri o, al gigantesco 12×3 metri.

    I cartelloni pubblicitari Payback Adv studia le esigenze di chi vuole trasmettere un messaggio, fornendo un servizio a 360° che continua con l’ideazione dello stesso, la stampa dei manifesti, la loro affissione pubblicitaria, secondo le normative comunali per tutti i periodi stabiliti con il cliente, garantendo la massima visibilità.

  • Chiocciole: come allontanarle dall’orto

    Chiocciole: come allontanarle dall’orto

    chiocciole nell’orto? Aiuto! Sono delle piccole voraci masticatrice. Lo so bene io: dopo queste giornate di intense di pioggia sono spuntati i funghi, l’influenza e le lumache. Questi simpatici animaletti hanno già provveduto a rosicchiare le nostre piccole piante di cavoli e lentamente si dirigono verso i broccoli, schivando la piantagione di patate. Non solo, le instancabili morte di fame hanno anche decimato gran parte dei germogli dei fiori.

    Bene, io le chiocciole nel mio orto non ce le voglio perciò vi parlerò dei metodi per tenerle alla larga, tutti rigorosamente da me sperimentati.

    Attenzione: nessuna chiocciola è stata maltrattata durante la stesura di questo articolo o l’applicazione dei metodi anti lumaca.

    Chiocciole: con e senza guscio

    chiocciole orto

    Effettivamente, prima di partire con i metodi, sarà meglio fare una distinzione, le chiocciole esistono con e senza guscio. Le più tenaci sono le seconde dette limacce, escono di notte, passano inosservate e sono instancabili masticatrice. Le lumache con il guscio invece escono subito dopo la pioggia e sono più facili da individuare e sono anche utili per un secondo fine di cui però vi parlerò solo alla fine.

    Chiocciole: come allontanarle dall’orto

    E veniamo ai metodi, molto semplici in realtà, per tener lontane le lumache dalle vostre amate piante.

    Nella Top 5 dei rimedi anti chiocciole al 5° posto c’è: la segatura.

    Rimedio adatto contro l’invasione di lumache con e senza guscio, che non amano strisciare sui truccioli. Avete un falegname vicino a casa?

    Al 4° posto troviamo: i gusci d’uovo.

    Anziché buttare i gusci d’uovo, levate la pellicola e tritateli, quindi poneteli attorno alle piante. Alcune chiocciole non apprezzano, alcune potrebbero fregarsene, occhi aperti. Lavoretto minuzioso quello dei gusci, alla lunga potreste mandare entrambi a quel paese. Passate ai rimedi successivi.

    Al 3° posto: il caffè.

    Chiocciole con e senza guscio non amano i fondi di caffè, che invece fanno tanto bene alle vostre piante, perciò non buttateli ma cospargeteli attorno alle piante. La seccatura: se piove, vi toccherà fare dell’altro caffè per spargerne i fondi. Se non siete grandi consumatori finiranno per venirvi nervi come corde di violino, a furia di bere tutto questo caffè. Dunque, rimedio non adatto ai non caffeinomani (io).

    Al 2° posto troviamo: la sabbia.

    eliminare lumache

    Anche la sabbia è un ottimo deterrente, basta cospargerla intorno alle piante a mo di barriera, essendo le chiocciole infastidite da tutto ciò che è granuloso non si azzarderanno a superarla. La sabbia inumidita potrebbe non avere lo stesso effetto, quindi dovreste tenere della sabbia asciutta a portata di mano. Nel caso in cui aveste un gatto e questi apprezzi il suddetto metodo come bagno, passate al rimedio numero uno.

    Al 1° posto della Top 5 dei rimedi anti chiocciole troviamo: la cenere.

    Le chiocciole, di qualsiasi tipo, odiano la cenere. Cospargetene attorno alle piante e farete del bene a loro oltre a tener lontani i voraci animaletti. La seccatura: ogni volta che piove, quando smette dovete seminare nuova cenere asciutta. Ma il rimedio funziona in modo eccellente.

    Chiocciole: altri rimedi e consigli

    Ci sono dei simpatici animaletti che si nutrono delle chiocciole (ricci, merli, polli, ghiandaie, rane, rospi, lucertole) non scacciateli (è vero anche gli scarafaggi, così dicono, ma io vi sconsiglio di accoglierli a braccia aperte) ma anzi costruite dei rifugi per loro.

    Le limacce poi detestano erbe come aglio, menta, assenzio, erba cipollina, timo, salvia ed ortica, quindi è un ottima idea piantarne attorno all’orto.

    allontanare le lumache

    Se proprio non avete niente da fare, dopo un bell’acquazzone uscite (soprattutto di notte) con guanti e lampada e scovate le simpatiche bestioline quindi: seguite le scie di bava, controllate i vasi, le erbacee, le crepe nei muri e le zone più umide (se non avete successo lasciate in giro qualche foglia di cavolo o scorza di agrumi o insalata così scoprirete dove sono passate). Se la cosa non vi attira, seguite i rimedi sopra elencati.

    Evitiamo di uccidere le lumache, in fondo non ci fanno nulla di male. Potete liberarle in un campo o se si tratta di chiocciole con il guscio e l’idea vi attira, potete sempre prepararvi un bel piatto di lumache al sugo oppure regalarle a chi le mangia (o venderle).

     

  • 12 giorni a Natale di Trisha Ashley: trama e recensione

    12 giorni a Natale di Trisha Ashley: trama e recensione

    12 giorni a Natale di Trisha Ashley: dedicato a chi non ama il Natale, o a chi vuole prolungane la magia o a chi piace cucinare.
    Proprio così, in questo libro ci sono: una grande casa, un clima freddissimo con tanta neve, cibo a volontà e molte sorprese.

    12 giorni a Natale di Trisha Ashley: la trama

    Holly Brown è una chef ma anche una house sitter, chi va via per le vacanze e vuole tenere la casa sotto controllo può chiamare l’agenzia di house sitter e trovare qualcuno che baderà alla casa in sua assenza.

    Holly, che odia il Natale, riceve come una manna dal cielo la proposta di andare a fare la house sitter nella brughiera del Lancashire, in un cottage isolato, proprietà di un’artista che ha deciso di trascorrere le festività altrove.

    Holly arriva decisa in un piccolo paesino caratteristico e scopre che la casa è enorme, che occuparsi di un cavallo non è poi così difficile e che ci sono tante persone ansiose di trascorrere il Natale in quella casa: i parenti e gli amici di Jude. Ma Jude li ha abbandonati tutti ed ora tocca ad una restia Holly riparare.

    Arriva una tormenta di neve che cambierà molte cose…

    12 giorni a natale

    12 giorni a Natale di Trisha Ashley: come ti organizzo il Natale

    Questo libro è davvero incredibile, molto scorrevole e curioso, ma soprattutto per niente sdolcinato o svenevole. Holly è una persona pratica, le cui circostanze della vita l’hanno portata ad evitare le festività natalizie che le causano tristezza. Scoprirà di fatto che attorno a lei il mondo va avanti e che il Natale non è poi lo spauracchio che sembra.

    Perchè l’ho scelto? L’idea di un Natale in un cottage isolato, con neve, camino, prelibatezze, radio e libri non poteva non allettarmi. Sono stata contenta di scoprire che non si tratta del solito languido romanzetto rosa, anzi.
    La sfilata di personaggi è davvero particolare, tutti perfettamente caratterizzati.

    Impossibile non innamorarsi di questo libro.

    Potete acquistare 12 giorni a Natale di Trisha Ashley

    Buona lettura!!!

     

  • L’imperatore Decio

    L’imperatore Decio

    Ti sarà spesso capitato di leggere sui libri di storia i nomi di numerosi imperatori romani appena accennati e di cui non vengono date particolari informazioni, facendo sembrare la storia romana ridotta ai soli Cesare e Ottaviano Augusto; tra questi è presente anche l’imperatore Decio Traiano che ha governato per un brevissimo tempo ma ha provato a riportare lustro all’Impero in un periodo molto problematico per la potenza di Roma.

    L’imperatore Decio: Una vita schierata in prima linea

    Gaio Messio Quinto Decio proviene da una famiglia aristocratica senatoriale di provincia ma le fonti storiche riguardo la sua gioventù sono molto scarse. Sappiamo con molta probabilità che la sua carriera militare ebbe inizio durante gli anni 230 d.C. quando fu nominato governatore della Mesia Inferiore, una provincia romana che comprendeva gli odierni territori della Serbia e della Bulgaria.
    imperatore Marco Filippo
    Qui infatti, seguendo gli ordini dell’ imperatore Marco Filippo, Decio dovette prima affrontare le insistenti incursioni barbariche ad opera dei Goti, poi all’incirca nel 249 d.C. sopprimere una rivolta organizzata da Tiberio Pacaziano che intendeva marciare su Roma e strappargli la carica di imperatore.
    Pacaziano fu eliminato dal suo stesso esercito che acclamò Decio imperatore al suo arrivo nella provincia, poiché lo consideravano più capace di Filippo. Decio, presa consapevolezza del titolo che gli viene conferito dai soldati e con all’appoggio del Senato ( che non gradiva il regnante in carica di origini straniere ), dichiarò guerra a Filippo l’Arabo presso Verona uscendone vittorioso e divenendo il nuovo imperatore. Nei successivi tre anni di governo, Decio Traiano dovette riorganizzare l’esercito romano e ripristinare le difese lungo il Danubio fino alla Tracia viste le incursioni dei Goti che si facevano sempre più frequenti. Si susseguirono diverse battaglie tra il 250 e il 251 d.C. che videro coinvolti in prima persona lo stesso l’Imperatore e suo figlio Erennio Etrusco contro Cniva, il capo dei Goti: all’inizio Decio riuscì a scacciare i barbari a Nicopoli in Bulgaria; questi ultimi però ricompattarono l’esercito e inflissero una pesantissima sconfitta all’esercito romano a Stara Zagora, costringendo l’Imperatore alla ritirata. Nel 251 d.C. i Goti, che avevano trascorso l’inverno in territorio romano, chiesero una tregua ma Decio Traiano, deciso a estirpare una volta per tutte la minaccia barbara, al contrario attaccò i nemici ad Abrittus, vicino Nicopoli, in modo da chiudere i conti una volta per tutte: qui, sfortunatamente, le legioni romane subirono l’ennesima sconfitta aggravata dall’uccisione dello stesso Decio e di suo figlio Erennio. Per la prima volta nella storia di Roma, un imperatore moriva in combattimento contro un nemico.

    L’imperatore Decio: Ritorno alla tradizione

    imperatore Decio
    Durante il suo breve governo, Decio tentò di ristabilire usi e tradizioni per poter riavvicinare il governo romano alla tarda Repubblica o al primo Impero: rivaluta le cariche pubbliche e ripristina la magistratura della censura. Assunse il nome di Traiano ( per ricordare l’imperatore considerato il migliore in ambito politico e militare ) e condusse personalmente le proprie battaglie; inoltre provò a dar vita ad una propria dinastia elevando sua moglie e i suoi due figli al rango di ”augusto”.

    L’imperatore Decio: Persecutore di cristiani

    Tra le riforme di Decio figurano anche quelle sul culto religioso: favorì la professione degli dei pagani romani obbligando a versare sacrifici in cambio di un certificato chiamato ”libellus”. Condannò la religione cristiana e molti furono i martiri sotto il suo governo: famoso è il caso di Sant’Agata, condannata dal proconsole Quinziano poiché rifiutò di essere introdotta agli ambienti dionisiaci per preservare la propria purezza.