Autore: copyPay

  • Caffè amaro di Simonetta Agnello Hornby

    Caffè amaro di Simonetta Agnello Hornby

    Caffè amaro di Simonetta Agnello Hornby - CopyBloggerCome al solito Simonetta Agnello Hornby ci delizia con un nuovo romanzo: Caffè amaro.

    Quando pensi che Simonetta si sia stancata di scrivere, passeggi in libreria e ti trovi davanti questo splendore. Sono rimasta senza parole. Un’altra piacevole storia della mia scrittrice preferita. Lasciate che ve lo dica: questo è il libro che vi terrà compagnia quest’estate, ovunque decidiate di andare in vacanza.

    Caffè amaro di Simonetta Agnello Hornby: perché leggerlo

    E’ un libro sensuale Caffè amaro fatto di passione, turbamenti, gelosie e…vizi.

    Questo caffè amaro è un po’ un simbolo, la ritorsione di una parente gelosa contro la nipote rea di aver sposato senza merito un uomo ricco che sarebbe potuto essere suo genero. Ed in questo stesso caffè si manifesta la docilità della protagonista, il suo cercare di essere mansueta ed accondiscende. Fino ad un certo punto perché il matrimonio, le vicissitudini della sua nuova famiglia ma soprattutto i vizi del marito la fortificheranno e allora sarà il tempo delle decisioni amare.

    Per andare come andò il matrimonio dei protagonisti iniziò decisamente bene: lei bellissima, delicata e dolce e lui volitivo, passionale, colto e dedito alla ricerca della bellezza. E difatti ne nasce un amore passionale, viaggi e cultura si distendono davanti alla ragazza che causò scandalo nella nuova famiglia, perché senza dote e con pretese poco borghesi come quella di allattare i suoi figli.

    Poi tutto si disfa, tutto si lacera: le gelosie e le minacce dei parenti incombono, la fine di un amore, i patrimoni dilapidati. E la passione? Maria credeva di averla perduta ma la ritroverà quando meno se lo aspetta.

    Sullo sfondo l’emergere del fascismo e la Sicilia travolta e stravolta dai conflitti.

    Caffè amaro di Simonetta Agnello Hornby: la trama

    Caffè amaro di Simonetta Agnello Hornby - CopyBloggerSicilia, inizio ‘900. Maria bellissima e giovane, quindici anni, viene notata da Pietro, più grande di lei, più ricco di lei che la desidera e la chiede in moglie senza dote.

    Pietro è un uomo capriccioso, volitivo, colto, collezionista e con molti vizi.

    Maria non lo conosce, non lo ama ma capisce che questo matrimonio sarà un vero buon affare per la sua famiglia che non sarà costretta a sborsare soldi per lei né a mantenerla.

    Maria e Pietro si conoscono e lei accetta ma alle sue condizioni. Questo è il bello di Maria: è moderna ed antica al tempo stesso, lei rispetta i ruoli, tace davanti ad ingiustizie ed incomprensioni, aiuta chi può, tollera e volge lo sguardo finché comprende che la sua libertà inizia dove finisce quella degli altri.

    Ad un certo punto si renderà conto di avere anche lei il diritto ad amare chi vuole.

    Che ne sarà di ciò che ha costruito con il tempo, la pazienza ed i sacrifici?

  • Messico, gli alimenti da assaggiare assolutamente

    Messico, gli alimenti da assaggiare assolutamente

    Messico, gli alimenti da assaggiare assolutamente - CopyBloggerIl Messico offre tantissimo buon cibo, da poter provare durante la vostra vacanza in questo paese.

    Vediamo alcuni piatti presenti in Messico. Iniziamo dalle Sopes che sono delle piccole tortillas rotonde, condite con formaggio, salsa, carne  e verdure, sono incredibilmente deliziose.

    Un cibo molto utilizzato in Messico è il mais. I fornitori vendono mais con maionese, formaggio e peperoncino in polvere. E’ molto semplice, ma davvero delizioso. La combinazione di sapori fornisce uno spuntino perfetto.

    Ma durante queste giornate di caldo lo snack perfetto o dessert dopo cena è la Marquesitas, un cono gelato insieme a diversi ripieni, il migliore sembra essere quello al gusto Nutella con il formaggio.

    Messico, gli alimenti da assaggiare assolutamente - CopyBloggerIl Pozole, che significa polenta, è l’ingrediente principale di questo piatto. Pozole può essere sia verse che rossa ed è servito con il pollo o con il maiale. Questa zuppa è molto abbondante e molto saporita. Di solito non è molto piccante, anche se il brodo viene fatto con il peperoncino. Normalmente la polenta e il maiale o pollo sono completati con la lattuga o cavolo, succo di limone, ravanelli a fette, cipolla e origano.

    Mentre come dolci troveremo: Ate, che è principalmente una gelatina, preparato nello stato di Michoacàn, con origine arabe. E’ costituito dalla Messico, gli alimenti da assaggiare assolutamente - CopyBloggercombinazione di zucchero e polpa di frutta, riscaldata su una pentola di rame.

    Un piatto molto favorito dalla maggior parte delle persone è il Relleno Cile. Tradizionalmente si tratta di un arrosto con peperoncino che viene farcito con formaggio, spesso utilizzano un mix di formaggi, rivestito in un composto di uova fritte e servito su un riso, che poi tutto viene ricoperto da una salsa di pomodoro. Questo piatto può essere piccante e non, dipende tutto dal singolo individuo. Se non siete amanti del formaggio, non vi preoccupare, ci sono diverse varianti.

    Non ci resta altro che trovarci in Messico per assaggiare questi meravigliosi cibi.

     

  • Liquore di noci, la ricetta

    Liquore di noci, la ricetta

    Liquore di noci, la ricetta - CopyBloggerLiquore di noci, ecco la ricetta per farlo.

    Avete ancora noci a disposizione in casa? O avete modo di raccoglierle? Il nocino è un liquore molto famoso, facile da preparare.

    Si vocifera che abbia origini francesi ma in realtà è italianissimo. Tradizione vuole che si raccogliessero noci acerbe, il giorno di San Giovanni, per poter appunto preparare questa bevanda, la preparazione avveniva subito e doveva riposare fino al 31 ottobre.

    Chi inventò questa bevanda? Furono i britanni, gli antichi romani scoprirono che durante il rituale di Samhain si beveva uno strano liquido che dava l’euforia. All’epoca però si preparava con noci, frutta fermentata e miele.

    Liquore di noci: ingredienti

    • 1 kg di malli di noci (vale a dire 30-33 noci acerbe)

    • 1 litro di alcool etilico a 95°

    • 700 gr di zucchero

    Liquore di noci, la ricetta

    1. lavare ed asciugare bene le noci, tagliarle a metà avendo cura di non perdere il mallo

    2. metterle a macerare per due mesi nell’alcool (si possono aggiungere scorse di limone, cannella e chiodi di garofano), agitare una volta al giorno

    3. Liquore di noci, la ricetta - CopyBloggerdopo i due mesi togliere le noci

    4. sciogliere lo zucchero a fiamma molto bassa con l’acqua fino a farlo diventare trasparente

    5. filtrare bene con un colino a doppia maglia l’alcool ed aggiungere lo sciroppo allo zucchero

    6. travasare in una bottiglia sterilizzata e farlo riposare per un altro mese

    Volendo si può sostituire l’alcool con del cognac, basta prendere una trentina di noci e lasciarle riposare nel cognac, poi occorre mezzo chilo di zucchero con cui fare lo sciroppo da versare nel cognac. Aggiungere un bastoncino di cannella. Questa miscela va esposta al sole ed agitata una volta al giorno per 15 giorni. Dopo si filtra e s’imbottiglia e si lascia riposare in un luogo buio e possibilmente fresco. Va servito freddo.

    Lo avete mai provato? Vi piace raccogliere le noci nel bosco?

  • Donna Luigia, intervista con Corrado Leoni

    Donna Luigia, intervista con Corrado Leoni

    Donna Luigia, intervista con Corrado Leoni - CopyBloggerDonna Luigia, profuga e partigiana. Io sono sempre in cerca di buoni libri e anche stavolta il mio fiuto mi ha ricompensato: oggi vi parlo di Donna Luigia con un ospite d’eccezione Corrado Leoni, ovvero l’autore.

    Dunque accadde che mi addentravo nei meandri di internet, alla ricerca di qualche ghiotto boccone da leggere, di una bella storia che mi facesse compagnia nelle serate delle festività invernali.

    M’appare dinnanzi Donna Luigia, profuga e partigiana, subito mi domando chi è costei e cosa abbia di cotanto straordinario.

    Leggo l’incipit:

    Nane stava camminando con passo sicuro, anche se non spedito, verso la sua casa in Dro, verso ciò che nella lingua tedesca si chiama Heim: luogo di nascita, famiglia, parenti, conoscenti, amici, osteria, fiume in cui si pesca, bosco in cui si cammina, chiesa, cimitero, manifestazioni popolari, canti, abiti, attrezzi di lavoro, casa, appartenenza a un popolo e a un luogo: tutto questo significava la casa –Heim per Nane, nato nell’impero austroungarico.
    Il sole era già tramontato e cominciava l’imbrunire. Un’aria gelida frizzantina rosicchiava le punte delle orecchie dell’uomo, che se ne tornava a casa con un sacco sulle spalle dopo una giornata a potare con il figlio Franzele.
    «Papà! Andate a casa. Avete dormito qui nel capanno e non avete mangiato minestra calda né vi siete potuto lavare a modo. A casa troverete calore; sembra che il tempo peggiori. Vedete quelle nuvole bianche a pecorelle che spuntano dallo Stivo? Promettono neve» aveva motivato il figlio con riverenza e dandogli del voi.”

    E ne rimango colpita.

    Donna Luigia, profuga, partigiana ed eroina

    Questa è la storia di Donna Luigia, angelo del focolare, sfollata da bambina a Braunau dove visse come profuga; sposata con Franzele uomo che ama e da cui è profondamente amata.

    Luigia si cura di tutto: del suocero Nane, del cognato infermo, dei suoi figli e dei profughi che scappano dalla guerra, dai campi di concentramento, arrivando anche a dar man forte ai partigiani per contrastare le camice nere.

    Ecco chi è Luigia: una donna forte, battagliera, pronta a tutto e che alla fine compirà un gesto esemplare a riprova del fatto che né gli oppressori, né la guerra e nè l’orrore possono davvero privare l’essere umano della propria dignità e del proprio orgoglio.

    Un libro assolutamente stupendo. Ho amato molto le scene familiari, la sapienza, la tenacia e la semplicità con cui Luigia affronta ogni ostacolo, il suo bellissimo rapporto con il marito e con la di lui famiglia. Ho ammirato la dettagliata ricostruzione dello scenario stoico ed il trasporto e la fluidità con cui lo scrittore ha narrato tutto.

    ***

    Donna Luigia, intervista con Corrado Leoni

    Donna Luigia, intervista con Corrado Leoni - CopyBloggerNon solo ho pensato di rendervi partecipi, cari lettori, del mio piacere nel leggere Donna Luigia ma ho fatto di più: ho intervistato per voi l’autore.

    Salve Corrado Leoni, ci parli un poco di lei.

    Salve, sono nato a Dro nel 1942. Ho frequentato il liceo classico e poi mi sono laureato in economia politica presso la facoltà di economia e commercio di Trento. Ho lavorato in Germania presso la VDO-Siemens ed in Italia come Direttore ENAIP a Francoforte sul Meno per la formazione professione degli emigrati italiani. Quindi ho insegnato nelle Scuole Superiori della provincia di Genova per l’insegnamento di Economia aziendale. Sono anche autore dei romanzi “Nane” (2010) “Migrare” (2011) “Il prete e il diavolo” (2012/13) editi dalla Maremmi editore. “Il cavaliere senza cavallo” con Europa Edizioni (2014);

    Sono molto curiosa di sapere se Luigia è un personaggio che lei ha realmente conosciuto.

    Essendo nato in Trentino ho avuto l’occasione di sentire direttamente le testimonianze di donne trentine che hanno vissuto l’esperienza, Donna Luigia rappresenta un esempio di queste decine di migliaia di donne. Sono figlio di contadini (mia madre, era lei stessa profuga durante il primo conflitto mondiale) ed ho ancora nel pensiero e nel cuore il loro spirito di solidarietà familiare dove uomo e donna condividevano affetti e speranze al di là di compiti mansioni e fatiche…questo mondo ha creato nel novecento il benessere di cui oggi godiamo, ricambiato con l’oblio e spesso il disprezzo da parte delle classi impiegatizie ed operaie…lo scopo del mio scrivere è rivalutare il mondo contadino e le figure maschili e femminili che lo hanno caratterizzato con laboriosità e spirito di libertà.

    Ho apprezzato molto anche lo scenario storico, mi dica dove ha tratto spunto per descriverlo così dettagliatamente?

    Ho letto molto su questo fatto storico, dimenticato dalla storiografia italiana, in particolare il libro di Aldo Gorfer ” Le città baracche” e tanti altri libri seguendo il suggerimento di un professore: “Se un libro non ti piace, leggilo comunque, saprai cosa e come non scrivere, perché ” libri fiunt ex libris” secondo un detto di Cicerone…”

    ***

    Vi consiglio di non perdervi assolutamente questo fantastico romanzo di Corrado Leoni.

    Potete acquistare Donna Luigia qui.

    Vi auguro buona lettura sulle note di questa bellissima canzone:

    (¯`·._.·[ Trio Lescano – Tulipan ]·._.·´¯)

  • A Falvaterra le leggendarie Grotte della Lamia

    A Falvaterra le leggendarie Grotte della Lamia

    Falvaterra e le sue grotte

    Siamo a Falvaterra, un piccolo comune laziale in provincia di Frosinone. Qui le suggestive grotte hanno l’omonimo nome del Paese che ha la fortuna di ospitarle, mentre le leggende e il mito della Lamia sono molto popolari.

    In ubicazioni diverse in tutta Italia, fanno capolino i monti e le loro Grotte, alcuni di essi chiamati “Monte Lamia“. Il perché di un nome così diffuso, è presto detto: la Lamia è un demone dal corpo metà umano e metà di mostro (l’iconografia più diffusa la vede avere la parte inferiore del corpo, un aspetto da serpente), che si dice viva proprio nelle grotte.

    La correlazione fra le grotte e la Lamia crea e articola la suggestione di un luogo che la natura ha già incantato con i suoi doni e che l’uomo ha impreziosito con le sue leggende: un luogo diviene così intersezione fra un prodotto geologico incantato e una trama folkloristica affascinante.

    A Falvaterra le leggendarie Grotte della Lamia - CopyBlogger

    Falvaterra

    Il piccolo e ameno Paese arroccato su una collina, è uno dei più piccoli, ma anche dei più belli che si possano vedere. Conta circa 600 abitanti ed è situato su un territorio prevalentemente collinare con un’estensione di circa 13 km quadrati. Il centro urbano è posto a circa 280 metri sul livello del mare e alcuni monti circostanti raggiungono vette attorno ai 500 metri.

    Il paese presenta ancora tutti i tratti dell’antico castello medievale, dalle torri, passando per gli archi. Falvaterra è in realtà a circa metà strada fra Roma e Napoli, da cui dista circa 100 km.

    Per trovare tutte le informazioni che vi servono, ecco il sito del Comune di Falvaterra:

    http://www.falvaterra.workmm.com/

    A Falvaterra le leggendarie Grotte della Lamia - CopyBlogger

    La grotta della Lamia

    Le Grotte di Falvaterra sono tra le più belle da visitare in Italia, soprattutto per l’ambito dello speleoturismo, chi le visita però deve farlo sapendo di rischiare di incontrare l’antico demone nato nella mitologia greca.

    Si dice che la Lamia fosse la splendida e bellissima Regina di Libia, di cui si invaghì Zeus. Il Re degli Dei ebbe da lei molteplici figli, tutti, fatta eccezione per Scilla, uccisi dalla gelosissima moglie di Zeus, Era.

    Il dolore incredibile per la perdita dei figli, portò la donna a uccidere uomini e bambini. La sua cattiveria ne mutò le forme trasformandola in mostro.

    A Falvaterra la leggenda della Lamia è particolarmente sentita dagli anziani, tanto che si dice che nella strada che porta alle grotte, nel tratto ad esse più vicino, sia uno dei più infestati dai fantasmi: probabilmente si tratta dei fantasmi dei giovani ucciso dal tremendo mostro.

    Vi è anche un’altra leggenda, legata proprio alle grotte di Falvaterra. Questa riguarda specificatamente l’entrata naturale delle Grotte, ora franata (l’accesso avviene tramite un’entrata artificiale costruita negli ultimi anni): si dice che la frana sia stata provocata appositamente per bloccare l’uscita del demone.

    La visita alle Grotte di Falvaterra: tra bellezza naturale e mistero

    Le grotte sono tra le più estese della Regione Lazio e dell’Italia Centrale; bisogna pensare infatti che una parte di esse si connette direttamente con le Grotte di Pastena. Sul posto sono presenti anche numerosissime specie che compongono un ecosistema complesso: come da ogni grotta che si rispetti, ci aspettiamo una buona quota di pipistrelli, ma qui troviamo anche piccoli coleotteri e alcune specie particolari di crostacei trasparenti, di recente oggetto di studio da parte dell’Università di Tor Vergata di Roma.

    Le grotte presentano inoltre numerosissime zone attive con rapide e piccole cascate e zone con polle d’acqua; è possibile, per alcune specifiche zone, effettuare anche escursioni di tipo speleosubacqueo, a patto di disporre dell’adeguata attrezzatura.

    La visita a queste grotte appassiona soprattutto i più giovani, proprio per l’aspetto misterioso che la leggenda della Lamia suscita. Gli appassionati troveranno delle Grotte costituite da un ramo attivo, capaci di regalare scatti splendidi, e alcune tra le stanze naturali più belle d’Italia.

    La visita turistica è aperta, su prenotazione, tutta la settimana, mentre la struttura è aperta nei week end e festivi dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 17:00. Il prezzo è 4 euro a persona (il ridotto è 3) ma ricordatevi che non è possibile pagare sul luogo con il bankomat o con carte di credito.

    Grotte di Falvaterra Pernotto

    Vi suggeriamo anche qualche luogo dove alloggiare vicino le Grotte di Falvaterra:

    Falvaterra Relais Casa Vacanza
    Falvaterra (FR)
    Piazza S. Maria Maggiore 3, 03020 Falvaterra
    Tel. 077590310 – 3481531816
    email : falvaterrarelais@gmail.com

    B&B
    Casa Mia
    Falvaterra (FR)
    Via Collemanno Superiore 14, 03020 Falvaterra
    Tel. 3383691298 – 3317289282

    Hotel Ida
    Ceprano (FR)
    Via Caragno 27, 03024 Ceprano Frosinone
    Tel. 0775/950040 – Fax 0775/919422
    email : info@hotelida.it

    La Locanda del Ruspante
    Via Collenuovo, 1 -03020 Castro dei Volsci (FR)
    Tel. 0775686750 – 3358238647
    email : info@ilruspante.it

    Hotel Borgo Antico
    Ceprano (FR)
    Via Campidoglio 266, 03024 Ceprano Frosinone
    Tel. 0775/912977 – Fax 0775/912978
    email : info@hotelborgoantico.it

  • Ricette campane: pizza ionna e menesta

    Ricette campane: pizza ionna e menesta

    Ricette campane: pizza ionna e menesta - CopyBloggerRicette campane: pizza ionna e menesta, la conoscete?

    Ok è vero, non si può proprio dire che in Sardegna faccia freddo considerando l’attuale meteo, ma il vento forte e fresco è una nostra costante. Allora mio marito ha deciso di preparare un piatto tipico villamainese. Richiede un po’ di tempo ma è caldo, buono e sostanzioso.

    Vediamo gli ingredienti e la preparazione, poco laboriosa ma un pochino lenta come tempi di cottura.

    Ricette campane: pizza ionna e menesta

    Ingredienti per 4

    • 500 gr di farina di mais

    • acqua qb

    • un cavolo verza grande

    • due barattoli di fagioli borlotti

    • 1 zampa di maiale

    • 1 orecchia di maiale

    • 4 patate

    • 1 cipolla

    • 2 spicchi d’aglio

    • olio evo

    Ricette campane: pizza ionna e menesta

    • porre a bollire per due ore l’orecchio di maiale ed il piede, in abbondante acqua con un cucchiaino di sale

    • Ricette campane: pizza ionna e menesta - CopyBloggerprendere la farina, fare una fontana e nel buco versare un filo di olio, sale e acqua tiepida. Lavorare fino ad ottenere un impasto morbido

    • prendere una padella, ungerla di olio e schiacciarvi dentro la pasta. Deve cuocere fino a diventare una focaccia, un’ora e mezza a fuoco basso. Va girata spesso.

    • Pulire la verza, lavarla e tagliarla a listarelle, metterla a bollire per 30 minuti

    • mondare patate e cipolle ed affettarle

    • mondare l’aglio e schiacciarlo

    • soffriggere il tutto in un filo di olio evo a fiamma bassa per 10 minuti

    • unire un bicchiere d’acqua e quando le patate son mezze cotte aggiungete la verza, il piede e l’orecchia tagliati a pezzi

    • quando le patate son cotte unire i borlotti sgocciolati

    Ora prendere il piatto versarvi un mestolo di minestra e servire con la focaccia di mais. Si mangia ben caldo.

    Ovviamente le parti di maiale sono facoltative, non è necessario inserirle se non vi piacciono.

    Una ricetta davvero particolare molto adatta all’inverno. Che cosa ne pensate? Vi piace l’idea?

  • I frutti del vento di Tracy Chevalier

    I frutti del vento di Tracy Chevalier

    I frutti del vento di Tracy Chevalier - CopyBloggerI frutti del vento di Tracy Chevalier, un nuovo romanzo dall’autrice de La ragazza con l’orecchino di perla. Come dimenticare quel libro? Bellissimo. Da allora Tracy ha scritto altri romanzi purtroppo però non eguagliabili.

    I frutti del vento è un libro abbastanza scorrevole ma molto malinconico.

    I frutti del vento di Tracy Chevalier

    XIX secolo, Ohio. James e Sadie Goodenough dopo essersi sposati si trasferiscono nella palude nera per costruire una fattoria. Fango, alberi e duro lavoro. James ha un obiettivo piantare un frutteto di mele golden, un’impresa tutt’altro che semplice. Sadie odia quelle mele, le fatiche e le avversità l’hanno resa dura, sprezzante e alcolizzata. La malaria si porta via i figli un po’ per volta ma James tiene duro e con i figli che gli son rimasti manda avanti la fattori. Ma i conflitti fra lui e Sadie s’inaspriscono…

    Robert e Martha, i due figli maggiormente segnati dagli eventi della palude nera, decideranno di lasciarsi il passato alle spalle e cercare fortuna ad ovest.

    I frutti del vento: storia di un odio

    I frutti del vento di Tracy Chevalier - CopyBloggerDevo dire che la prima parte risulta un po’ pesante soprattutto per via dei conflitti e per via del carattere di Sadie, prepotente anche con i figli, soprattutto la piccola Martha. A tratti un po’ lento a tratti scorrevole, tutto sommato si legge bene. Decisamente molto malinconico. Ricorda un po’ la leggenda di Johnny seme di mela inizialmente.

    Narrato con uno stile impeccabile, manca di empatia e di commozione. I personaggi sono ben tratteggiati ma Sadie è decisamente quella che spicca di più per le cattive qualità. Anche lo scenario è ben dipinto: le difficoltà, la palude con le sue avversità, i lavori della fattoria, la solitudine e la malaria.

    Non è uno dei migliori di Tracy Chevalier ma se siete dei fan potete tranquillamente dedicarci una serata.

  • Lasagna tradizionale, la ricetta originale

    Lasagna tradizionale, la ricetta originale

    Lasagna tradizionale, la ricetta originale - CopyBloggerLasagna tradizionale, trattasi di un piatto tipico italiano, generalmente dei giorni di festa. E’ una ricetta piuttosto semplice che si fa con la pasta tagliata a losanghe ed in questo caso farcita secondo la tradizione locale o con gli ingredienti che si preferiscono.

    La lasagna come la conosciamo ora pare sia nata in epoca rinascimentale, mentre nell’antica Roma era un semplice impasto di farina cotto in forno o sul fuoco a cui si accompagnava del pasticcio di carne.

    Lasagna tradizionale: gli ingredienti

    Pasta

    • 500 grammi di farina 00 per la pasta + 100 grammi per la besciamella

    • 5 uova

    • 1/2 bicchiere d’acqua

    • un filo di olio evo

    Ragù

    • 1 carota

    • 1 cipolla

    • Lasagna tradizionale, la ricetta originale - CopyBlogger1 costa di sedano

    • 400 grammi di cartella di manzo

    • 1 bicchiere di vino rosso

    • 500 ml di passata di pomodoro

    • olio evo

    Besciamella

    • 1 litro di latte

    • 100 grammi di burro

    • noce moscata

    Lasagna tradizionale: come prepararla

    Il ragù

    Laviamo e tritiamo le verdure che andiamo a far rosolare in due giri di olio evo. Uniamo la carne di manzo e facciamo rosolare a fuoco vivace. Versiamo il bicchiere di vino e lo lasciamo sfumare sempre a fuoco alto.

    Quindi uniamo la passata e facciamo cuocere a fuoco molto basso per 5 ore.

    La pasta

    Lasagna tradizionale, la ricetta originale - CopyBloggerVersiamo la farina su di una spianatoia di legno a formare una fontana nel cui centro rompiamo le uova. Impastiamo con le mani bagnate aggiungendo dell’acqua a seconda dell’elasticità e della morbidezza dell’impasto, se è molto molle allora andremo ad aggiungere farina.

    Uniamo un filo di olio e proseguiamo ad impastare. Formiamo una palla che andiamo ad avvolgere nella pellicola e mettiamo a riposare in frigo per 45 minuti.

    Riprendiamo la pasta e la stendiamo in sfoglie che tagliamo in rettangoli. Facciamo riposare ancora due ore. In ultimo la facciamo bollire per poco tempo e la scoliamo.

    La besciamella

    Mettiamo il burro in un pentolino e lo facciamo sciogliere uniamo la farina e mescoliamo. Deve cuocere per pochi minuti. Infine aggiungiamo il latte caldo, mescoliamo e spegniamo quando bolle. Uniamo per ultima una grattata di noce moscata.

    Infine in una teglia facciamo gli strati di pasta, ragù e besciamella. Inforniamo a 190° per mezz’ora.

  • Omaggi gratuiti: riviste e campioni

    Omaggi gratuiti: riviste e campioni

    Omaggi gratuiti: riviste e campioni - CopyBloggerVi piacciono gli omaggi gratuiti? A me sì e tanto anche. Dopo i 10 kg di pasta di Pasta Garofalo, qui trovate le istruzioni per riceverla (c’è tempo fino ad ottobre). Poi c’è il concorso Peroni che si rinnova ogni anno e che ha le stesse modalità di raccolta punti e speriamo ne escano altri di concorsi così che ci piacciono molto.

    Come si ricevono gli omaggi gratis?

    In modi per lo più semplici: attraverso giornali e riviste, siti web (noi vi forniamo i link), ci sono poi quelli da ritirare in farmacia o in profumeria e tanto altro ancora.

    Omaggi gratuiti: Filler Hjdrata Jaluronico con rivista

    Solitamente la mattina ti rechi in edicola per comprare il giornale? O ci passi davanti ma non ti fermi mai?

    Stavolta chiedi del numero di maggio Più Sani Più Belli, infatti con questa rivista questo mese avrai in omaggio il Filler Hjdrata Jaluronico di Helan che ripara la pelle e le ridona elasticità e luminosità grazie agli estratti di foglie di Baobab e Miele oltre che all’acido jaluronico. Il tutto a 1,90€ (solo la crema ne costerebbe 15). Un bell’affare no?

    Omaggi gratuiti: Vanity fair e Glamour

    Ancora riviste…gratis! Se come me amate ogni tanto intrattenervi in compagnia delle riviste femminili, non lasciatevi scappare Vanity fair tutti i lunedì per 3 mesi gratis e Glamour mensile gratis!

    Per richiedere Vanity fair clicca su questo link e compila il form a destra inserendo i dati richiesti. Ogni lunedì riceverai un coupon via mail con il codice da comunicare all’edicolante (è valido fino al martedì della stessa settimana).

    Per richiedere Glamour gratis vai a questo link e compila il form a destra con i dati richiesti, ogni mese riceverai ugualmente un codice da presentare all’edicolante per avere la tua rivista.

    Omaggi gratuiti: riviste e campioni - CopyBloggerVolete sapere una curiosità stuzzicante? Queste riviste son piene di campioncini omaggio!

    Omaggi gratuiti: campione Biotherm Aquasource Everplump

    Io l’ho provata ed è davvero eccezionale, se anche tu vuoi provarla, vai su questo sito compila il form che trovi in basso e riceverai una mail o visualizzerai in pdf il coupon da stampare. Quindi devi presentarlo in una delle profumerie che aderiscono all’iniziativa (elenco consultabile da qui)

    Affrettati fino ad esaurimento scorte!

  • Biscotti al cocco facili e veloci

    Biscotti al cocco facili e veloci

    Biscotti al cocco facili e veloci - CopyBloggerBiscotti al cocco dell’ultimo minuto? I biscotti veloci per colazione al cocco, sono la ricetta ideale. Mettiamo caso che vi capiti di svegliarvi una mattina molto presto, perchè non preparare un po’ di biscotti veloci. Pochi ingredienti, nessun tempo di riposo: si preparano e s’infornano. Detto fatto. Molto utili anche in caso di feste improvvise. Inoltre si prestano a diverse farciture.

    Biscotti al cocco facili e veloci: ingredienti

    • 350 gr di farina
    • 125 gr. Di cocco
    • 150 gr di burro
    • 140 gr di zucchero
    • 2 uova
    • 2 cucchiaini di lievito

    Biscotti al cocco facili e veloci: procedimento

    La prima cosa che dovete fare è impastare il burro (dev’esser morbido ed a temperatura ambiente, quindi tiratelo fuori dal frigo la notte prima) con le uova e lo zucchero.

    Potete usare un robot, o la frusta a mano, l’importante è che il composto non presenti grumi ma sia omogeneo e spumoso.

    Biscotti al cocco facili e veloci - CopyBloggerPassate ad aggiungere farina di cocco e farina normale insieme. Unite anche il lievito ed iniziate ad impastare con le mani o con un robot.

    Non deve risultare duro perciò non esagerate con la farina di cocco, anche se vi piace proprio tanto (sapranno di più di cocco ma verranno anche più duri). Ricavate delle palline dalla pasta, schiacciatele leggermente e disponete sulla teglia per biscotti, foderata di carta da forno. Infornate a 150° per dieci minuti circa.

    Quando saranno freddi potete fare come ho fatto io: squagliate una tavoletta di cioccolato, c’immergete i biscotti e poi li fate rotolare sulla farina di cocco, deliziosi! O ancora ponete un po’ di crema pasticcera su un biscotto e chiudete con un altro (una versione bianca dei baci di dama), ovviamente si può fare anche con del cioccolato spalmabile magari con la Nutella o del cioccolato fondente.

    Vi piacciono questi biscotti?